È chiamata: risposta “combatti o fuggi” , “reazione di attacco o fuga” o se preferisci in inglese “fight or flight“. Cerchiamo di capire e conoscere questa reazione di ipervigilanza o di risposta allo stress acuto da parte del nostro fisico.
Come la reazione di attacco o fuga e collegata allo stress

Cos’è la reazione di attacco-fuga?
La reazione di attacco o fuga chiamata anche “reazione da stress acuta” o “fight or flight reponse” è stata descritta da Walter Cannon nel 1920. Secondo questa teoria, gli animali compreso l’uomo, reagiscono alle minacce con una scarica generale del sistema nervoso simpatico. La risposta è stata successivamente riconosciuta come la prima tappa di una sindrome generale di adattamento allo stress e pertanto come l’individuo risponde ad esso.
Questa risposta fisiologica fondamentale costituisce la base della risposta della moderna medicina allo stress quotidiano. La “reazione attacco o fuga” è la primitiva risposta che prepara il corpo a “combattere” o alla “fuga” a seconda dell’attacco percepito. Un danno o una minaccia per la nostra sopravvivenza e il nostro corpo si attiva in automatico, in maniera innata.
Che cosa succede quando siamo sotto stress eccessivo?
Quando sperimentiamo eccessive sollecitazioni, che siano preoccupazioni interne o circostanze, una reazione esterna del corpo viene attivata, chiamata reazione attacco o fuga”. Il grande fisiologo Harvard Walter Cannon, capì che la risposta alle minacce è memorizzata profondamente nel nostro cervello e rappresenta una saggezza genetica. E’ qualcosa di “progettato” per proteggerci dai danni fisici.
Questa risposta in realtà corrisponde ad una zona del nostro cervello chiamata ipotalamo, che, quando stimolato, inizia una sequenza di accensione delle cellule nervose. C’è un rilascio di sostanze chimiche che preparano il nostro corpo per la fuga o la lotta.
Quali sono i segni che la nostra reazione di attacco o fuga è stata stimolata (attivata)?
Quando la nostra reazione di attacco o fuga è attivata, sostanze chimiche come l’adrenalina, la noradrenalina e il cortisolo vengono rilasciati nel flusso sanguigno. Queste cellule nervose attivate e il rilascio di sostanze chimiche causano nel nostro corpo una serie di cambiamenti molto evidenti.
Quali sono i sintomi della reazione di attacco o fuga?
- la frequenza respiratoria aumenta.
- il sangue viene deviato lontano dal nostro apparato digerente e diretto nei muscoli e altri parti del corpo che richiedono energia supplementare per la corsa e la lotta.
- le pupille si dilatano.
- la consapevolezza si intensifica.
- la vista si acuisce.
- il battito cardiaco accelera.
- la percezione del dolore diminuisce.
- il sistema immunitario si attiva maggiormente.
- ci si prepara fisicamente e psicologicamente all’attacco o alla fuga.
- si controlla l’ambiente in cui ci si trova “alla ricerca del nemico”.
Quando il nostro sistema di attacco o fuga è attivato, tendiamo a percepire tutto l’ambiente come una possibile minaccia per la nostra sopravvivenza.
Per sua stessa natura, la reazione di attacco o fuga bypassa la nostra mente razionale, anche le convinzioni più ragionate vacillano e ci si muove in modalità “attacco”. Questo stato di allerta ci fa percepire quasi tutto nel nostro mondo come una possibile minaccia per la nostra sopravvivenza.
Sotto stress anche quando non dovresti
Si tende così a vedere tutto e tutti come un possibile nemico. Come quando si entra in aeroporto e si ha timore di una minaccia terroristica, siamo alla ricerca di ogni possibile pericolo. Possiamo reagire in modo eccessivo al minimo segnale. Il nostro timore è esagerato. Il nostro pensiero è distorto. vediamo tutto attraverso il filtro di un possibile pericolo. Restringiamo la nostra attenzione a quelle cose che ci possono danneggiare. La paura diventa la lente attraverso cui vediamo il mondo.
Coltivare atteggiamenti e credenze positive è quasi impossibile quando siamo bloccati in modalità “sopravvivenza”.
Il nostro cuore non è aperto. La nostra mente razionale è disinserita. La nostra coscienza è focalizzata sulla paura, non su alternative positive. Siamo concentrati sulla sopravvivenza a breve termine, e non badiamo alle conseguenze a lungo termine delle nostre credenze e scelte.
La sopraffazione dallo stress eccessivo, trasforma la nostra vita in una serie di emergenze a breve termine. Perdiamo la capacità di rilassarci e goderci il momento. Passiamo da una crisi all’altra, senza mai staccare la spina.
L’esaurimento è inevitabile. Questo malessere però non è del tutto negativo. Di solito fornisce la motivazione per cambiare la nostra vita in meglio. Siamo spinti a fare un passo indietro e guardare il quadro generale della nostra vita. Ci costringe a esaminare le nostre convinzioni, i nostri valori e i nostri obiettivi.
Da che cosa dovrebbe proteggerci la reazione di attacco o fuga?
La nostra reazione di attacco o fuga esiste per proteggerci dalle famose tigri dai denti a sciabola. Che, presumibilmente 300 mila anni fa, minacciavano la sopravvivenza dell’uomo. A volte, quando l’incolumità fisica è minacciata, non c’è altra risposta migliore che questa. Quando viene attivata, la reazione di attacco o fuga provoca una scarica di adrenalina e di altri ormoni dello stress nel nostro corpo che spesso nell’immediato genera una grande forza fisica.
Questo aumento di forza è responsabile spesso di azioni eroiche di madri nei confronti di figli in pericolo oppure di pompieri che salvano vittime di incidenti. E’ sopravvivenza. La scarica di adrenalina ci infonde l’eroismo e il coraggio nei momenti in cui siamo chiamati a proteggere e difendere la vita e valori in cui crediamo.
Quali sono le tigri dai denti a sciabola di oggi e perché sono così pericolose?
Quando affrontiamo pericoli molto reali per la nostra sopravvivenza fisica, la reazione di attacco o fuga è inestimabile. Oggi, tuttavia, le tigri dai denti a sciabola non sono più una minaccia per la nostra sopravvivenza fisica. Oggi le tigri dai denti a sciabola da temere sono altre.
Sono il traffico dell’ora di punta, manca una scadenza, che rimbalza un assegno o avere una discussione con il nostro capo o del coniuge. Ciò nonostante, questi moderni giorno, tigri denti a sciabola innescare l’attivazione della nostra lotta o di un sistema di volo come se la nostra sopravvivenza fisica è stata minacciata.
Su base giornaliera, gli ormoni dello stress tossici scorrono nei nostri corpi per gli eventi che rappresentano una vera minaccia per la nostra sopravvivenza fisica.
Una volta attivata, come si conclude la reazione di attacco o fuga?
Per la sua stessa natura, questo processo crea immense quantità di movimento muscolare e sforzo fisico. Questa attività fisica metabolizza in modo efficace gli ormoni dello stress rilasciati. Una volta che il combattimento è finito, e la minaccia, che ha innescato la risposta, è stata eliminata, il nostro corpo e la mente ritornano ad uno stato di calma.
Come proteggerci da noi stessi facendo attenzione ai segnali di attacco o fuga
Per proteggere noi stessi in un mondo fatto più di pericoli psicologici che fisici, dobbiamo consapevolmente prestare attenzione ai veri segnali che ci dicono se stiamo subendo una reazione di attacco o fuga.
Alcune persone subiscono dei segnali che sono veri e propri sintomi fisici:
- tensione muscolare
- mal di testa
- disturbi di stomaco
- battito cardiaco accelerato
- grandi sospiri
- respirazione superficiale.
Altri possono vivere dei sintomi emotivi o psicologici:
- ansia
- difficoltà di concentrazione
- depressione
- disperazione
- frustrazione
- rabbia
- tristezza
- paura.
Stress indotto
Non sempre lo stress in eccesso si mostra subito. Molti stimoli vanno a colpire il corpo fisico e quindi possono essere riconosciuti solo dai sintomi dello stress fisici che manifestiamo.
Due esempi eccellenti di condizioni di stress indotto sono “spasmi oculari” o tremore delle palpebre e “digrignamento dei denti” o bruxismo da stress. Ecco perché è più facile rilevare lo stress fisico che lo stress emotivo nel nostro corpo. I segnali fisici dicono molto anche delle nostre lotte interiori.
Riconoscere i sintomi e i segnali della reazione di lotta o fuga, permette di capire come gestire le emozioni e lo stress.
Esistono dei vantaggi ad essere nello stato di attacco o fuga, anche quando la minaccia è solo psicologica piuttosto che fisica.
Ad esempio, un pericolo emotivo può affinare la nostra acutezza mentale, contribuendo in tal modo ad affrontare con decisione i problemi, passando all’azione.
Imparare a riconoscere i segnali della reazione di attacco o fuga, aiuta ad evitare risposte eccessive a eventi e paure che non sono realmente un pericolo per la vita. Così facendo, possiamo esercitare il nostro “judo emozionale” e “usare” l’energia di questa risposta innata a nostro favore anziché contro.
Siamo in grado di attingere agli effetti benefici (consapevolezza , acutezza mentale e capacità di tollerare il dolore) per cambiare il nostro ambiente emotivo e affrontare in modo produttivo le nostre paure e potenziali pericoli.
Articolo adattato dalla fonte .