Lo stress ambientale incide sull’esistenza di ognuno di noi ed è per questo che bisogna conoscerlo e usare delle strategie per affrontarlo e vivere più sereni. Le interazioni tra ambiente e uomo hanno forme diverse per cui anche i risultati sono diversi a seconda dell’individuo.
La capacità di sopravvivenza degli esseri umani è molto forte e solitamente l’uomo reagisce in maniera positiva alle sfide ambientali che via via incontra.
Tuttavia, l’adattamento positivo alle sfide e allo stress ambientale richiedono dei costi e le capacità individuali possono venire a mancare o abbassarsi di fronte a uno stress ambientale importante.
Lo squilibrio tra ambiente e capacità di risposta umana viene definito come stress (Evans & Cohen, 2004). Si è studiato e verificato che lo stress ambientale ha un forte legame con la malattia tanto da notare molto spesso se non sempre, alterazioni del sistema immunitario (Sagerstrom & Miller, 2004), problemi di natura cardiovascolare (Chida & Hamer, 2008) e stati infiammatori (Miller, Cohen e Ritchey, 2002).
Secondo altre ricerche lo stress ambientale è anche causa di problemi psicologici e deterioramento della salute mentale (Hammen, 2005).
I fattori di stress ambientale (rumore, inquinamento, affollamento) da cui sempre più frequentemente siamo colpiti, possono essere acuti come quando ci si trova immersi in livelli molto alti d’inquinamento se costretti in coda in un tunnel o cronici come vivere vicino ad un aeroporto o una strada molto trafficata.
Occhio allo stress ambientale cronico!
Lo stress ambientale cronico presenta molte più conseguenze per le persone. E’ stato verificato un collegamento rilevante tra stress cronico e riduzione della capacità immunologica mentre invece gli stressor acuti sembrano avere minori conseguenze (Sagerstrom & Miller, 2004).
Purtroppo i fattori di stress ambientale sono quasi sempre cronici poiché gli individui non hanno la capacità di evitarli o limitate possibilità di farli cessare. Provate a immaginare una famiglia che vivendo vicino a un aeroporto non ha la possibilità di trasferirsi o alle persone di Taranto e altri posti d’Italia esposte per anni all’arsenico.
Il concetto di stress ambientale
Le ricerche sullo stress ambientale devono molto ai lavori di Cannonvedi anche (La teoria delle emozioni di Cannon-Bard) che studiò le reazioni umane e animali a situazioni di pericolo e a Selye (1956). Cannon notò che umani e animali nel momento in cui si trovano in situazioni di pericolo azionano una risposta adattiva chiamata reazione di attacco o fuga . Con questa risposta si attivano il sistema nervoso simpatico e le ghiandole surrenali. Durante l’emergenza quindi il sistema che si aziona, regola il rilascio di adrenalina che causa:
- un repentino aumento della pressione sanguigna
- aumento della coagulazione
- aumento del battito cardiaco
- livelli di zucchero nel sangue aumentati
- riduzione della capacità digestiva
- convogliamento di tutte le risorse ai muscoli
Il punto interessante è che nel momento in cui l’emergenza passa, tutto il sistema ritorna allo stato di normalità. Cannon chiamò questo processo omeostasi.
Mentre Cannon si occupava delle risposte che diamo allo stress ambientale acuto, Selye era interessato all’adattamento del corpo alle situazioni stressanti croniche. Selye definì questo modello di risposta sindrome generale d’adattamento.
Questa sindrome si compone di tre fasi: una fase di allarme simile allo “attacco o fuga”, una fase di resistenza in cui il corpo gestisce e si adatta alle nuove richieste ambientali e infine l’esaurimento in cui le risorse corporee si esauriscono con probabile danneggiamento del sistema.
I fattori psicologici che rispondono allo stress ambientale
Esistono diversi modelli di risposta alle situazioni stressanti. Uno dei più conosciuti è il modello transazionale studiato da Lazarus e colleghi (Lazarus, 1966; Lazarus & Folkman, 1987).
Secondo questo modello lo stress è un prodotto dell’interazione tra persona e ambiente. Lo stress ambientale non deriva solo dall’accadimento di un evento ma anche dalla valutazione cognitiva di una situazione, aggiunta alle strategie di coping* che sono utilizzate per reagire all’evento.
Un altra teoria più recente che definisce la risposta allo stress è quella del carico allostatico ( McEwen, 1998). Questa teoria sostiene che ogni volta che una persona si confronta con uno stress ambientale, il sistema fisiologico dello stress viene attivato in modo tale da trovare un nuovo equilibrio che permetta all’individuo di funzionare nella nuova situazione.
Il processo di allostasi crea forti benefici nella persona producendo però anche dei costi; infatti essere esposti in maniera prolungata a condizioni stressanti possono portare il corpo a sfibrarsi nella costante ricerca dell’equilibrio.
Il concetto di allostasi in generale per gli studiosi si è spostato verso quello di cambiamento adattivo che definisce meglio il nostro continuo mutare nei confronti degli stress ambientali.
I 5 più comuni fattori di stress ambientale
Nella nostra vita quotidiana affrontiamo continui stress specialmente vivendo in grandi città.
Tra questi fattori di stress da cui veniamo colpiti ce ne sono 5 più comuni e largamente studiati:
- Il rumore
- L’affollamento
- La scarsa qualità delle abitazioni
- La scarsa qualità del quartiere
- Il traffico
Segui nei prossimi articoli gli effetti che questi 5 fattori hanno sulla tua salute e scoprirai il perché delle volte ognuno di noi ha veramente bisogno di staccare la spina e cercare la tranquillità della natura.
* coping: insieme delle capacità reattive dell’individuo ai vari stimoli provenienti dall’ambiente che determinano l’influenza che ha questo sull’individuo. Quanto meno siamo capaci di affrontare adeguatamente le situazioni che incontriamo, maggiore sarà la nostra dipendenza da esse.
Credit image: Bernard Goldbach