
Non passano mesi in cui non si facciano scoperte su quanto la musica riduce lo stress. Proprio per questo la musicoterapia sta diventando sempre più popolare nella comunità medica, ormai utilizzata come una parte importante delle cure palliative, il morbo di Alzheimer e il trattamento delle cause di demenza, e anche in terapia intensiva.
Questo perché la musica ha dimostrato più volte di avere un effetto benefico sia sul corpo che sulla mente. La musica influenza l’umore ed esistono interessanti spiegazioni psicologiche del perché amiamo la musica. Nei quattro studi scientifici elencati di seguito, la musica si è dimostrata utile nel ridurre lo stress psicologico, ma allo stesso tempo di promuovere e migliorare la guarigione. Ecco i motivi per cui la musica diminuisce lo stress spiegati dai 4 studi.
1 – La musica riduce lo stress, lo dice la McGill University
Uno studio su larga scala è stato condotto da un team guidato dal Professor Daniel J. Levitin della McGill University, ed è stato il primo del suo genere. Dopo aver esaminato più di 400 articoli di ricerca nella neurochimica della musica, i ricercatori hanno scoperto che la musica riduce lo stress del paziente e migliora anche la funzione del sistema immunitario ed è stato riscontrato che in alcuni casi sia più efficace dei farmaci per imparare a ridurre l’ansia da parte del paziente prima di un intervento. Lo studio è stato pubblicato nel marzo 2013 nell’edizione di Trends in Cognitive Sciences.
Nella revisione e nello studio, ricercatori hanno scoperto che l’ascolto di musica aumenta la produzione di immunoglobulina A, che svolge un ruolo importante nel sistema immunitario delle mucose del corpo. Sono state prodotte anche più cellule natural killer (che attaccano i batteri nocivi e i germi). Allo stesso tempo, l’ascolto di musica riduce lo stress perché i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, diminuiscono. (Ecco lo studio sui benefici della musica sulla salute).
2 – La musica riduce lo stress e i livelli di ansia dei pazienti trattati con ventilazione
In questo studio, i ricercatori hanno chiesto a 64 pazienti trattati con ventilazione meccanica di rispondere a una scala di valutazione “Anxiety Inventory State ChineseTrait” (sistema per valutare con punteggi lo stato d’ansia di un paziente) prima e dopo 30 minuti di riposo, o 30 minuti di ascolto di musica. Gli indicatori fisiologici dei partecipanti ed i comportamenti a riposo sono stati registrati prima e dopo il periodo di studio.
I ricercatori hanno trovato che i partecipanti che hanno ascoltato musica per una singola sessione di 30 minuti, hanno mostrato maggiore rilassamento psicologico e fisiologico di quelli che semplicemente hanno riposato senza ascoltare musica. Questo può significare che la musica può aiutare ad evitare o prevenire alcune delle risposte fisiologiche potenzialmente nocive in pazienti colpiti da sintomi d’ansia durante il trattamento di ventilazione meccanica. (Lee, O. K. A., Chung, Y. F. L., Chan, M. F. and Chan, W. M.,2005)
3- La musica riduce l’agitazione nei pazienti affetti da demenza
In uno studio pubblicato ad agosto 2014 sull’edizione del giornale della Nottingham University Hospitals, l’autrice della ricerca Jacqueline Craig, ha trovato che la terapia musicale ha contribuito a ridurre lo stress e l’ansia, e allo stesso tempo ha migliorato il benessere emotivo e ha anche contribuito ad aumentare l’interazione sociale.
Lo studio ha esaminato un certo numero di articoli scientifici sul tema della musicoterapia come parte della cura della demenza, e ha scoperto che i pazienti hanno mostrato un miglioramento dei livelli di ansia e stress, con un minimo di due sessioni di terapia di 30 minuti a settimana.
4 – La musica in terapia intensiva
Infine, mentre la musica registrata può rischiare di stimolare eccessivamente i sensi dei neonati prematuri, la musica dal vivo è risultata essere estremamente efficace. In uno studio del 2013 pubblicato su Pediatrics, i ricercatori hanno scoperto che i bambini nell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale hanno mostrato miglioramenti fisiologici tangibili e i risultati dello sviluppo si sono dimostrati importanti se la musica veniva proposta 3 volte a settimana.
Lo studio ha coinvolto 272 bambini nati prematuri con sepsi clinica, difficoltà respiratoria o piccoli per l’età gestazionale. Durante il periodo in cui le melodie o le ninne nanne venivano suonate o cantate, i bambini hanno sperimentato frequenze cardiache più basse, una migliore saturazione di ossigeno, un apporto calorico più elevato, e l’aumento del comportamento legato al succhiare dal seno. Inoltre, la musica dal vivo si è rivelata lenitiva anche per i genitori presenti negli studi.
La musica riduce lo stress? Sempre più ricerche lo confermano
La musica è stata a lungo considerata uno dei più grandi successi creativi dell’umanità; a quanto pare, questa forza creativa si ripercuote anche su implicazioni mediche. Studio dopo studio si è dimostrato che non solo la musica riduce lo stress psicologico, ma può migliorare i sintomi fisiologici, l’aiuto nella guarigione, migliorare la funzione immunitaria e svelare anche alcuni aspetti segreti della personalità racchiusi in un MP3.