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Usare Facebook provoca invidia e depressione

Di Alessandro Cuminetti 3 commenti

Usare Facebook provoca invidia e depressione
La psicologia conferma che usare Facebook può portare a sintomi di depressione preceduti dal sentimento d’invidia.

Usare Facebook è diventata un’attività quotidiana per centinaia di milioni di persone. Molte persone passano ore a usare Facebook. I ricercatori di psicologia sono interessati a conoscere il loro coinvolgimento emotivo. Inoltre ultimamente ci sono aspetti psicologici che vengono approfonditi dalla ricerca; Si tenta di capire come usare Facebook quotidianamente incida sulla salute mentale dei suoi utenti. Cosa hanno scoperto i ricercatori della University of Missouri?

Usare Facebook può portare alla depressione

Usare Facebook può portare a sintomi di depressione se il sito di social networking innesca sentimenti di invidia tra i suoi utenti.

Margaret Duffy, una professoressa di comunicazione strategica presso la Scuola di Giornalismo dell’Università del Missouri ha scoperto cose interessanti. Ha valutato come usare Facebook in determinati modi, possa fare la differenza nei comportamenti degli utenti e su come essi rispondono.

Facebook può essere un divertimento e un’attività sana. Questo se l’utente approfitta del sito per rimanere in contatto con la famiglia distante, i vecchi amici e condivide aspetti interessanti e importanti della sua vita.

Se Facebook è usato per vedere come un conoscente abbia successo finanziario o quanto sia felice un vecchio amico, l’invidia tra gli utenti è in agguato. Tutto questo può portare a sentimenti di depressione.

Nel loro studio, Duffy e Edson Tandoc, un ex studente dell’Università del Missouri e ora professore presso Nanyang Technological University di Singapore, hanno intervistato i giovani utenti di Facebook.

Hanno scoperto che alcuni di coloro che si impegnano a usare Facebook come sorveglianti avvertono i sintomi della depressione. Chi invece utilizza il sito semplicemente per rimanere in contatto con gli altri, non soffre di effetti negativi. Usare Facebook in modalità sorveglianza significa accedere al social network per vedere cosa gli amici stiano facendo con la propria vita.

Utente invidioso…

I ricercatori hanno scoperto che gli stati postati in Facebook, qualche problema possono crearlo. I post che hanno a che fare con vacanze costose, nuove case o automobili, o rapporti felici, possono evocare sentimenti di forte invidia tra gli utenti di sorveglianza. Questi sentimenti di invidia possono poi portare gli utenti “Facebook sorveglianti” a stati di depressione.

“Abbiamo scoperto che se gli utenti di Facebook sperimentano l’invidia dalle attività svolte e dagli stili di vita dei propri amici, sono molto più propensi a riferire di soffrire di sentimenti di depressione”

dice la professoressa Duffy,

“Facebook può essere una risorsa molto positiva per molte persone. Se però viene usata come un modo per mettere a confronto le proprie realizzazioni rispetto a quelle degli altri, può avere un effetto negativo. È importante per gli utenti di Facebook conoscere questo tipo di rischi in modo da poter evitare questo tipo di comportamento quando si usa Facebook.”

Tandoc aggiunge:

“L’alfabetizzazione verso i social media è importante. Sulla base dei nostri studi, così come su quello che altri hanno già dimostrato, usare Facebook può creare effetti positivi sul benessere psicologico. Ma quando si innesca l’invidia tra gli utenti, la storia è diversa. Gli utenti devono essere a conoscenza del fatto che un’auto presentazione positiva è una motivazione importante per utilizzare i social media. Quindi è prevedibile che quasi tutti gli utenti siano propensi a descrivere se stessi in maniera molto positiva sui social network. Questa auto-consapevolezza, si spera, possa ridurre i sentimenti di invidia.”

Questo studio, si è basato su un sondaggio di più di 700 studenti universitari. È stato pubblicato nel giornale scientifico Computers in Human Behavior.

Se sei interessato puoi anche scoprire quali sono i 7 suggerimenti dalla psicologia Facebook.

Credit images:Charis Tsevis

Archiviato in:Cyberpsicologia

Commenti

  1. Ada dice

    8 Maggio 2015 alle 16:03

    Interessante studio. Da ormai 6 mesi ho disattivato il mio profilo FB e devo ammettere che non mi manca proprio. Trovavo che la “vita” che molti dei miei contatti sbandieravano sul social fosse assai diversa da quella che affrontavano nel mondo reale. Ciò più che invidia mi generava una sorta di imbarazzo nei loro confronti. Mi spiego: dai loro profili FB traspiravano tutte le debolezze e le aspirazioni frustrate malcelate da foto e status spettacolari (cene, feste, vacanze, weekend al mare o in montagna). L’idea era quella che avessero una doppia personalità o comunque una tendenza a non essere sinceri con loro stessi in primis, e, di conseguenza, anche col resto del mondo. Mi sono spesso chiesta se i miei amici fossero le persone che frequentavo ogni giorno (con problemi e umani difetti, e vite tutt’altro che invidiabili) o i gioiosi festaioli di FB, tutti selfie, movida ed eventi clamorosi.
    Una dualità che mi spiazzava…

    Rispondi
  2. Michela dice

    5 Febbraio 2015 alle 13:24

    Sicuramente Facebook può creare diversi problemi, tra i quali la dipendenza, l’invidia verso gli altri, la solitudine e la depressione. Ma può essere anche uno strumento positivo se usato bene, ad esempio per informarsi, comunicare con gli amici, condividere esperienze. Io non vedrei sempre tutto negativo.

    Rispondi
    • Alessandro Cuminetti dice

      13 Febbraio 2015 alle 17:17

      Ciao Michela e grazie per il tuo parere. Infatti la professoressa che ha eseguito la ricerca sostiene che Facebook può essere una risorsa utile se utilizzata in maniera non ossessiva. Usare Facebook per controllare gli altri anziché interagirci può creare diverse problematiche. Come al solito e come per ogni cosa, dipende sempre dall’uso che se ne fa.

      Rispondi

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