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Criminali violenti: i tratti della personalità che li rende pericolosi

Di Alessandro Cuminetti Lascia un commento

Criminali violenti: i tratti della personalità che li rende pericolosi
Perché alcuni criminali violenti hanno più probabilità di altri di offendere di nuovo.

Perché i criminali violenti che sono anche psicopatici sono così pericolosi? Come mai il loro cervello non impara dalle punizioni o dalle ricompense? Un nuovo studio di psicologia ha trovato delle risposte interessanti.

Nello studio pubblicato da  The Lancet Psychiatry , si è scansionato il cervello dei criminali violenti, alcuni dei quali erano psicopatici, altri no (Gregory et al., 2015).

I criminali violenti psicopatici avevano le aree cerebrali destinate alle risposte empatiche e al trattamento di emozioni come il senso di colpa, l’imbarazzo e il ragionamento morale, più piccole e meno sviluppate.

Il Dottor Nigel Blackwood, uno degli autori dello studio, ha detto:

“I trasgressori psicopatici sono diversi dai criminali regolari in molti modi.

I criminali regolari sono iper-sensibili alle minacce, irascibili e aggressivi, mentre gli psicopatici hanno una risposta molto bassa alle minacce, sono freddi, e la loro aggressività è premeditata.

Le evidenze fino ad ora raccolte mostrano che entrambi i tipi di aggressori presentano anormali ma distintivi sviluppi del cervello a partire dalla giovane età.”

Delle 50 persone incluse nello studio, 12 erano delinquenti psicopatici, 20 criminali non psicopatici e 18 non criminali sani.

I criminali violenti sono stati condannati per reati molto gravi come il tentato omicidio, omicidio, lo stupro e lesioni personali gravi.

Insieme alle scansioni cerebrali, i partecipanti hanno dovuto eseguire un semplice compito di visualizzazione e corrispondenza di immagini che ha richiesto loro di imparare sia dalle ricompense che dalle punizioni.

I risultati della ricerca sui criminali violenti

Il Dott. Blackwood ha spiegato i risultati:

“Quando questi criminali violenti hanno completato i loro compiti neuropsicologici, non sono riusciti a imparare dalla punizione, né a cambiare il loro comportamento in presenza di cambiamenti imprevisti, e hanno preso decisioni di qualità scadente, nonostante i periodi concessi per rifletterci siano stati piuttosto lunghi.”

Inoltre il Professor Sheilagh Hodgins, co-conduttore dello studio, ha spiegato le implicazioni:

“La maggior parte delle persone non passano davanti a un autobus in corsa, in quanto possono immaginare o prevedere le conseguenze orribili se il bus li dovesse colpire;

Neanche i criminali violenti non psicopatici camminano davanti a un autobus né si mostrano meno sensibili alle punizioni.

Nell’infanzia, entrambi i criminali psicopatici e non psicopatici vengono ripetutamente puniti dai genitori o dagli insegnanti per aver infranto le regole o per la loro aggressività, e dall’adolescenza in poi, finiscono spesso in carcere.

Eppure nonostante le punizioni, persistono a impegnarsi in comportamenti violenti verso gli altri.

Così, la punizione non sembra modificare il loro comportamento. “

La maggior parte degli autori di reati violenti, però, non sono psicopatici anche se potrebbero avere alcuni disturbi di personalità, come il professor Hodgins spiega:

“Solo uno su cinque delinquenti violenti è uno psicopatico.

Gli altri hanno più alti tassi di recidiva e non beneficiano di programmi di riabilitazione.

Ecco perché la nostra ricerca può essere utile per intervenire nell’infanzia e prevenire reazioni estremamente violente e utilizzare terapie comportamentali per ridurre l’incidenza della recidività”

Credit image: Curtis Perry

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