Il dissenso è un parere contrario, che viene espresso in modo vivace, una contestazione a ciò che la moltitudine approva. Ma la ricerca dice che non sempre le diversità di pareri, i contrasti e i disaccordi siano solo delle spine del fianco nelle decisioni che si devono prendere.
Nei governi, nelle sale riunioni delle aziende, nelle assemblee comunali delle città, ogni giorno in tutto il Mondo le persone si riuniscono in gruppi per prendere delle decisioni importanti.
Spesso, più di quello che pensiamo, queste decisioni si rivelano sbagliate. I governi fanno scelte infauste, le aziende falliscono e molte persone soffrono. Perché allora, i gruppi delle volte prendono decisioni che si rivelano addirittura orribili per la comunità?
La decisione di gruppo può essere sbagliata in molti modi prevedibili, ma uno dei modi più comuni è il pensiero di gruppo. Il pensiero di gruppo è un fenomeno psicologico ben noto, meno conosciute però, sono le tecniche per correggere le sue debolezze o anomalie.
Capire come nasce un pensiero di gruppo e cosa si può fare per renderlo usabile è importante affinché la decisione dei gruppi sia efficace, quindi di vitale importanza per la buona gestione della società e dei redditi d’impresa. A tal proposito potresti leggere anche come rendere un brainstorming efficace e creativo.
Pensiero di Gruppo
Il Pensiero di Gruppo emerge perché i gruppi sono composti da persone con valori molto simili fra loro. I gruppi comprendono persone che si piacciono e che hanno un rispetto reciproco. E’ per tutti questi motivi, che quando si cerca di prendere una decisione, qualsiasi prova contraria che emerge al consenso che si è generato, viene automaticamente respinta, perfino ridicolizzata.
I singoli membri del gruppo non vogliono far affondare la barca, perché potrebbe portare a danneggiare le relazioni personali con gli altri componenti del gruppo. Chi esterna il proprio dissenso difficilmente lo porta avanti con veemenza!
Il pioniere del pensiero di gruppo (in inglese è chiamato Groupthink) è stato lo psicologo Irving Janis. Ha analizzato le decisioni prese dai tre presidenti degli Stati Uniti (Kennedy, Johnson e Nixon) che decisero di continuare la guerra in Vietnam ( Janis). Irving Janis, ha voluto dare una spiegazione del perché i presidenti fossero rimasti imprigionati nella loro linea di condotta, senza esplorare le alternative possibili.
La ricerca psicologica successiva ha verificato ulteriormente le affermazioni di Janis. Gli esperimenti dimostrano che le persone adottano rapidamente la posizione di maggioranza e, soprattutto, che vengono ignorate tutte le possibili alternative nonché tutte le prove che creino conflitto con la decisione maggioritaria ( Nemeth e Kwan, 1987 ).
Creazione e funzione del dissenso
La funzione della lotta contro il pensiero di gruppo, cioè del dissenso, è quella di arginare o meglio, vigilare sulle conseguenze delle decisioni da prendere.
Ciò significa che il dissenso spinge il gruppo ad essere consapevole dei problemi di consenso e offrire alternative decisionali. Per fare tutto questo bisogna che qualcuno del gruppo sia controcorrente rispetto alla maggioranza e ponga delle critiche. Incoraggiare il pensiero critico non è facile ma si può fare.
- Dissenso e avvocato del diavolo : a qualcuno del gruppo, di solito non il leader, viene assegnato il ruolo di cercare e individuare le falle del processo decisionale. Questo approccio è stato testato da Hirt e Markman (1995), che hanno incoraggiato i partecipanti sperimentali a generare diverse soluzioni ai problemi da valutare. I risultati hanno mostrato che questi partecipanti sono molto meno suscettibili ai pregiudizi di gruppo.
- Il potere del dissenso autentico : purtroppo l’avvocato del diavolo, viene facilmente ignorato, perché non viene preso sul serio. Meglio, allora, che sia presente qualcuno che crede veramente nelle critiche che fa. Nemeth et al. (2001) hanno testato che a confronto di un avvocato del diavolo, i dissidenti autentici hanno più probabilità di fornire maggiori quantità e qualità di soluzioni efficaci.
- Coltivare e sfruttare il dissenso autentico: il leader del gruppo svolge un ruolo cruciale nel favorire (o eliminare) il dissenso. Vinokur et al. (1985) hanno analizzato le decisioni prese da delle commissioni d’indagine sulle nuove tecnologie mediche. I migliori risultati sono stati associati alla presenza di un presidente di commissione che ha incoraggiato la partecipazione del gruppo piuttosto che al presidente più propenso all’utilizzo del potere direttivo.
Queste tecniche per sradicare il pensiero di gruppo, sono improntate nell’incoraggiamento al dissenso. Se si è interessati a prendere una buona decisione, è indispensabile che si sappia accettare il dissenso e le critiche di qualcuno, proprio per non incorrere in errori che troppo spesso si rivelano come grossi danni.
La società ritiene positivo il dissenso?
Tutto quello che è stato detto fin qui può essere ovvio e probabilmente in gran parte condivisibile, ma in concreto, la società utilizza in termini positivi il dissenso? Forse è più corretto affermare che nella maggioranza dei casi, il dissenso non viene espresso e semmai respinto (da Nemeth & Goncalo, 2004 ):
- Le organizzazioni o le aziende spesso assumono persone che sanno “adattarsi”. Lo stereotipo del perfetto lavoratore che emerge spesso, è quello del Sissignore!
- La coesione del gruppo è molto apprezzata per la produttività (“Vuoi far parte della nostra squadra?”). I gruppi che sono spesso litigiosi vengono percepiti come gruppi che svolgono meno il lavoro assegnato.
- Il disaccordo, il dissenso e le opinioni contrastanti mettono le persone che le ricevono, a disagio e cercano di sopprimerle, anche perché:
- il dissenso viene facilmente interpretato come mancanza di rispetto o un attacco personale.
- i dissidenti sono spesso etichettati come sobillatori e spinti verso la conversione al consenso o vengono espulsi a titolo definitivo dal gruppo.
Conclusioni
Ne consegue che i dissidenti, nei gruppi, rischiano di essere una specie in estinzione. Perché i dissidenti siano efficaci, devono evitare i confronti inutili o gli attacchi personali, e presentare i punti di vista minoritari in maniera attenta, ben modulata e autentica.
Allo stesso tempo la maggioranza deve combattere l’istinto di schiacciare i dissidenti e di imbavagliare il dissenso; la maggioranza deve imparare a riconoscere chi dissente, come una possibilità in più per diminuire i rischi di una decisione che pur non avendo critiche, può essere sbagliata.
Sebbene una decisione può avere il consenso di una larga maggioranza, e magari a priori può essere giusta, sarebbe sempre auspicabile considerare le critiche ed esplorare diverse opzioni!
Allora? Che aspetti? E’ ora di dissentire!