Se si legge qualche definizione sul dizionario o i vocabolari più importanti, il termine lungimiranza ha sempre connotati solennemente positivi.
Quasi tutti dicono che chi è lungimirante è persona intelligente e saggia. Io non sono del tutto certo di questa interpretazione e pongo dei dubbi . Chiariamo da subito che scarto, per amore della scienza, cartomanti, chiaroveggenti, chi vede nelle stelle il futuro del malcapitato e/o persino dell’umanità intera.
Che cos’è la lungimiranza e suo significato
La lungimiranza può essere definita come la capacità di immaginare correttamente ciò che accadrà in futuro (saper guardare il futuro) e pianificare le nostre azioni presenti e future sulla base di questa conoscenza.
Essere lungimirante significa attuare un processo che permetta di raccogliere e analizzare informazioni che ci aiuteranno a immaginare e costruire una visione di futuro a medio-lungo termine.
È abbastanza chiaro che una visione lungimirante non ha come obiettivo quello di fare profezie su un particolare scenario futuro come se fosse predeterminato.
La lungimiranza è avere delle vedute così ampie da considerare il futuro come qualcosa che si possa modellare o creare. Sostanzialmente una persona lungimirante è dotata di una notevole apertura mentale .
Lungimiranza e preveggenza scientifica
Da un punto di vista scientifico, la preveggenza ha due sfaccettature: una rappresentazione mentale e sensoriale di cose che non sono ancora presenti o un senso o sentimento di ciò che potrebbe essere o ciò che potrebbe venire e una memoria che collega il passato e ciò che sappiamo fare con il futuro e ciò che potrebbe essere.
Da un punto di vista pratico, nell’arte di condurre un obiettivo, può essere considerata come una capacità di meta-analisi del passato, del presente e del futuro.
Ad esempio, se non comprendiamo il nostro passato, potremmo diventare ignoranti rispetto a molte delle probabilità e delle possibilità che si presentano nel presente.
Allo stesso tempo, se trascorriamo troppo tempo nel passato, possiamo facilmente perdere di vista la proiezione attuale o in avanti.
Lungimiranza, analisi e valutazione
Oggi, con perfetti strumenti di analisi, possiamo tracciare delle curve che ci danno delle previsioni (cioè delle lungimiranze) di eventi possibili ma mai certi.
Si parla di operatori che maneggiando computer con potentissimi programmi riescono a dirti quante automobili si venderanno nel mondo nei prossimi 5 anni, quanta gente morirà di fame, quanti saranno i vincitori delle lotterie ecc.
Ma allora si parla di doti che hanno delle persone con lungimiranza oppure di più o meno sofisticati metodi di calcolo che hanno stilato intelligenti matematici?
La domanda che poniamo è : “la lungimiranza appartiene ancora, come dote, al cervello dell’uomo oppure ha cambiato residenza?”
Se sono uno stilista di moda, a chi mi affido per sapere se andranno di più le gonne a fiori o quelle a quadri? Il lavoro dello psicologo avrà ancora senso quando analizza specificatamente le doti o le carenze di un individuo?
Lasciamo da parte le tecniche previsionali sofisticatissime di cui ormai si dispone. Consideriamo piuttosto quello che ci propone la storia del genere umano: anche le menti più eccelse nel campo della scienza hanno previsto fatti a volte accaduti a volte no.
Penso per esempio a Thomas Edison che vide una società che avrebbe goduto della energia a corrente continua ma che ovunque oggi si serve di quella alternata. A Karl Marx che lungimirò una rivoluzione della classe operaia in Inghilterra ma che avvenne poi nella Russia zarista. Penso a come Charles Darwin prevedesse faticose battaglie contro i creazionisti… e come, oggi possiamo ben dirlo, avesse ragione.
Ma allora la lungimiranza può essere degli “intelligenti, dei saggi, degli scienziati”? Può essere affidata solo a delle macchine seppur costruite dall’uomo?
Vorrei sapere, oggi, con quale lungimiranza un bravo e intelligente manager aziendale potrà preparare un piano di investimenti (budget) degli anni futuri o anche solo dell’anno che verrà, considerando le nefaste prospettive della pandemia da Covid 19. Come potrà essere affidabile il bravo manager se la stessa scienza sta ancora testando e cercando contromisure serie a un virus sconosciuto?
Non si vuole essere certamente dei catastrofisti ma sono domande che si pongono ormai miliardi di persone nel mondo. Non voglio aggiuncermi a quei tanti che spargono paure e angosce, anzi prevedo ottimisticamente che in qualche laboratorio prima o poi si troverà un antivirus efficace. Resta il fatto concreto che questa pandemia ha effettivamente prodotto tante persone impaurite, angosciate.
Speriamo che gli spicologi abbiano così tanta lungimiranza da prepararsi fin da ora alle migliori tecniche di terapia per contrastare le diverse paure e preoccupazioni delle persone.