A quali emozioni andiamo incontro ascoltando musica? Delle ricerche di neuroscienze analizzano gli effetti del suono sulla nostra mente. Ascoltare determinati brani suscita emozioni diverse in ognuno di noi.
La musica nel 21 secolo, quella dell’era digitale, è sempre più facile d’ascoltare. Possiamo sentire musica in qualunque posto e momento e soddisfare il nostro ascolto con qualsiasi genere ci piaccia. Ma qualsiasi sia la tecnologia che usiamo per riprodurre musica, le ragioni per ascoltarla sono universali.
Te lo dico senza ombra di dubbio: io amo la musica! Essa afferra le nostre emozioni immediatamente, in modi che poche altre forme d’arte sono in grado di gestire. Essa impegna le nostre menti in maniera complessa. Bastano poche battute di una canzone per portarci indietro di decenni, ad altri tempi. Basta una intro del nostro gruppo preferito per cambiarci la giornata, perché la musica influenza l’umore !
Quindi quali sono le funzioni psicologiche universali che si attivano ascoltando musica? Lonsdale and North (2010) hanno chiesto a 300 giovani le ragioni principali per cui amano ascoltare musica. Ecco le risposte, in ordine di importanza, partendo dal posto numero 6:
6. Ascoltando la musica puoi conoscere gli altri e il mondo che ti circonda
Ascoltando musica incontrerete il resto del Mondo. La musica racconta le storie di altre persone e luoghi e ci fa accedere alle nuove esperienze. La musica ci può insegnare come gli altri pensano e ci manda continuamente dei messaggi da posti che probabilmente non riusciremo mai a vedere.
La ricerca psicologica è riuscita a definire il metodo di valutazione della nostra personalità dalla musica che ascoltiamo. In uno studio è stato testato che i partecipanti potevano ampiamente delineare la personalità degli altri sulla base delle loro prime 10 canzoni della playlist. Lo studio di psicologia lo puoi trovare nel post: Personalità segreta? Nel tuo lettore MP3!
La musica è capace di inviarci messaggi sullo stato emotivo del mondo. Dodds e Danforth (2009)< hanno scaricato i testi di quasi 250.000 canzoni composte tra il 1960 e il 2007. I testi che hanno verificato, si sono dimostrati costantemente sempre più deprimenti fino al 1985 per poi stabilizzarsi intorno al 1990. Questo declino è stato osservato in tutti i generi musicali!
5. Definisce l’identità personale
Al numero 5 si piazza l’identità personale. Il tipo di brano musicale che ci piace esprime qualcosa di noi stessi. Anche generi molto vasti come il rock, la musica classica e il blues, abbozzano già l’immagine di una persona. Scopriamo noi stessi attraverso la musica: impariamo chi siamo e a cosa apparteniamo. Attraverso la musica possiamo costruire e proiettare un’immagine di noi stessi.
La tendenza generale della pop music va verso un maggiore narcisismo.Uno studio ha esaminato i testi delle 10 migliori canzoni negli Stati Uniti tra il 1980 e il 2007 ( DeWall et al., 2011 ), si è notato che i testi relativi a comportamenti antisociali in questo periodo sono aumentate. Di contro, nello stesso periodo, i testi relativi a emozioni positive, interazioni sociali, sono diminuiti.
4. La musica crea rapporti interpersonali
La quarta funzione più importante della musica è la sua dimensione sociale. Chi ascolta dei brani ha un punto di conversazione in più. Noi ascoltiamo musica mentre siamo con altre persone e parliamo di ciò che ascoltiamo con esse. E’ una connessione con gli altri che si crea “a colpi di note musicali”.
Inoltre non c’è alcun dubbio che musica e amore siano indissolubilmente legati e usiamo l’una per ottenere l’altra. Ma l’esposizione alla musica romantica rende una donna più propensa ad accettare un appuntamento galante? A tal proposito gli psicologi transalpini hanno voluto studiare i numeri reali Gueguen et al. (2010) . La risposta è: decisamente sì. La percentuale di donne che accettano un appuntamento, quasi raddoppia, dal 28% al 52% dopo che hanno ascoltato melodie romantiche!
Ora vi chiederete qual è stata la canzone utilizzata per l’esperimento!? La canzone mielosa è :”Je l’aime à mourir” (La amo da morire) di Francis Cabrel, visto che la ricerca è stata condotta in Francia.
3. Gestione del cattivo umore
Al terzo posto ma quasi pari merito con il secondo, c’è la gestione del cattivo umore. Quando siamo di cattivo umore, la musica ci dà una mano per affrontare questo momento. Quando il nostro umore è basso, siamo spinti come in un momento di catarsi, ad ascoltare musica triste. In qualche modo è utile sapere che non siamo soli. Noi usiamo la musica per alleviare la tensione, esprimere i nostri sentimenti e fuggire la realtà della vita quotidiana.
La musica certamente sembra aiutarci a far fronte ai fardelli di cui la vita ci carica. Ci sono stati molti studi su persone che erano in procinto di sottoporsi a procedure mediche dolorose e che son stati aiutati nel loro periodo di stress e di ansia. Ad esempio uno studio che potrei citare è questo: (Good et al., 2002).
2. Diversivo
E al numero 2 in classifica troviamo la funzione di diversivo. Ascoltando la musica si può alleviare la noia del pendolarismo, o quella di una piovosa Domenica passata a sbuffare e guardare dalla propria finestra le pozzanghere. Insomma, è qualcosa da fare quando non sappiamo che cosa fare.
Un avvertimento però, non utilizzate musica di sottofondo mentre cercate di fare qualcosa di complicato: la ricerca mostra che le prestazioni nei test cognitivi standard vengono ridotte ( Cassidy & MacDonald, 2007 ). La musica è una distrazione e questa ricerca dimostra che quella che distrae di più, è quella deprimente. Oh mi raccomando…. guai a voi se ascoltate il tema di Shindler’s List mentre compilate il 730! Sarebbe troppo da sopportare!
1. Gestione del buon umore
In cima alla classifica c’è la gestione del buon umore. Questa è la ragione più importante per cui la gente ascolta dei pezzi musicali: rendono una bella giornata ancora più bella. Sentire brani musicali ci diverte, ci rilassa e dà alle nostre emozioni il tono adeguato.
L’arte dei suoni ci rende fiduciosi, anche nel caso la nostra auto venisse colpita da un meteorite (bisognerebbe provare sigh!). In uno studio condotto da Ziv et al. (2011), ai partecipanti è stato fatto credere di avere eseguito male un compito. Coloro a cui è stata fatto ascoltare un brano allegro e positivo subito dopo, hanno avuto più speranza nel futuro rispetto a quelli che sono stati lasciati in silenzio.
Credit image: Stanislav
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